Il nostro comune nemico by Jean-Claude Michéa

Il nostro comune nemico by Jean-Claude Michéa

autore:Jean-Claude Michéa [Michéa, Jean-Claude]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


[d] Ibid., p. 116.

[e] Ibid., p. 124.

[f] L’Unification des socialistes français, in Luxemburg, Œuvres complètes, cit., p. 247.

[g] Les Résultats des élections en France, in Luxemburg, Œuvres complètes, cit., p. 227.

[h] Après le congrès (1901), in Luxemburg, Œuvres complètes, cit., p. 194.

[i] Nel suo celebre dibattito pubblico con Jaurès del 20 novembre 1900 (a Lilla, davanti a ottomila operai!), Guesde sosteneva un’analisi molto simile a quella di Rosa. Dopo avere ricordato che «quello che è stato chiamato affaire Dreyfus» costituiva «l’origine, l’inizio, la radice di una divergenza che da allora non ha fatto che aggravarsi e allargarsi», Guesde concludeva così: «È bastato che il partito socialista stringesse un giorno una prima alleanza con una piccola parte della borghesia, e adesso su questa china scivolosa rischia di rotolare fino in fondo» (Jean Jaurès, Jules Guesde, Discours des deux méthodes, Lyon, Le Passager clandestin, 2014). Dato che lungo questa china scivolosa il partito «socialista» di François Hollande e di Manuel Valls è chiaramente «rotolato fino in fondo» (infatti è ben difficile che possa cadere ancora più in basso di così, salvo naturalmente trasformarsi in un puro e semplice partito democratico all’americana), si capisce dunque molto meglio per quali ragioni strutturali tutti i versagliesi di sinistra dei giorni nostri, dal barone più mediatico al più scialbo sociologo, si ritrovano inesorabilmente costretti, se vogliono conservare il loro status ufficiale di ribelli di Stato e i numerosi vantaggi morali e materiali che si agganciano a tale status invidiabile, a denunciare continuamente come «neoreazionario», o anche rouge-brune – col sostegno di petizioni su «Le Monde» e «Libération» – qualunque invito a dare finalmente prova di un minimo di serietà storica. Tale era già, sotto il regime del Grande Fratello, il compito primario del Ministero della verità.



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